Natale è alle porte e per alcuni parte la corsa all’ultimo regalo, con la voglia di trovare qualcosa di speciale, che possa davvero fare piacere e se possibile restare a lungo nella memoria di chi lo riceve. E così mi è passata per la testa un’idea: perché non ci regaliamo una nuova parola? Intendo dire una che non esiste ancora o, se esiste, è solo perché è tradotta pari pari da un’altra lingua, ma senza essere stata realmente inserita nel vocabolario

Nello specifico, vorrei che la lingua italiana si arricchisse della parola buontrattamento. In fondo già esiste nella lingua francese (bientraitance) e non vedo perché – se è vero che esiste il suo opposto maltrattamento– non debba esserci l’inverso positivo.

Buontrattamento, quindi, in opposizione a maltrattamento, perché i bambini hanno il diritto di essere trattati bene, oltre evidentemente a quello di non essere maltrattati. Un regalo di tipo semantico per tutti quelli che vogliono promuovere il rispetto dei bambini e di tutte le persone in situazioni di vulnerabilità.

Il discorso è chiaramente molto ampio e sarebbe difficile essere esaustivi in questa sede, ma una cosa è certa: se vogliamo parlare del contrario della violenza sui bambini, intesa come maltrattamento, non ci si può limitare alla non violenza. Sarebbe come dire, parlando di temperature proprio ora che siamo in inverno, che non va bene congelare e che quindi bisognerebbe evitare che la temperatura andasse sotto zero … ma è ben diverso dal stare bene al caldo.

Ogni genitore vuole il meglio per i suoi figli (di questo sono convinta), ma a volte si sbagliano i metodi per raggiungere questo meglio. Introducendo nella propria vita il concetto di buontrattamento possiamo aiutare noi stessi, i genitori e tutti gli adulti che hanno a che fare con bambini, a relazionarsi con loro in modo benevole, empatico e rispettoso. Questi ingredienti sono indispensabili perché i bambini possano crescere nel calore di relazioni significative per tutta la vita.

Il buontrattamento è anche un diritto nel qui ed ora dei bambini. Tante volte ho sentito e letto che bisogna trattare bene i bambini perché sono il nostro futuro. Da una parte capisco questo modo di dire, dall’altra parte mi lascia perplessa e mi pone davanti ad altre domande … Dobbiamo/ vogliamo trattare bene i bambini perché sono il NOSTRO futuro? Ossia per egoismo? Perché nolente o volente dovremo passare loro il testimone della vita che segue il suo corso? Per paura di cosa ne sarà di noi quando saranno diventati adulti e noi più vecchi?

La risposta a tutte queste domande non può che essere un secco NO: noi dobbiamo trattare bene i bambini per il LORO presente che determina direttamente il LORO futuro.

Ecco dunque la mia proposta di regalo per questo Natale ma anche come buon auspicio per l’anno a venire: che il buontrattamento diventi un argomento così tanto attuale e reale da poter entrare nel vocabolario ufficialmente riconosciuto della lingua italiana e dalla famosa Accademia della Crusca.

 

Myriam Caranzano-Maitre

 

Scopri i nostri valori: cuore e guida del nostro operato dal 1991