ASPI invita la popolazione a votare SÌ il prossimo 27 settembre alla modifica della legge federale sulle indennità di perdita di guadagno per chi presta servizio e in caso di maternità, a favore quindi di un congedo paternità retribuito di due settimane in Svizzera.

 

Sebbene i referendisti contrari proclamino uno stato di crisi economica e affermino che non si possa in questo momento aggiungere ulteriori aumenti delle detrazioni salariali, ASPI ritiene che non si possa continuare a rimandare l’introduzione di questo congedo, pena ripercussioni anche di tipo finanziario sul lungo periodo. La Svizzera deve lanciare un segnale forte, favorendo in questo modo la PROTEZIONE stessa dell’infanzia.

 

Nel corso degli ultimi decenni, la famiglia ha vissuto enormi sviluppi. La nascita di un figlio, non significa più per forza l’interruzione dell’attività professionale da parte della donna per occuparsi pienamente della gestione della famiglia, mentre il padre è l’unico responsabile del sostentamento. Sempre più genitori oggi decidono di occuparsi insieme dell’accudimento dei figli e di seguirne da vicino lo sviluppo. I padri desiderano dunque avere da subito un ruolo attivo e una presenza maggiore nella loro vita e assumersi le loro responsabilità nell’educazione dei figli.
Un congedo paternità pagato di due settimane, può permettere al padre di occuparsi del suo bambino, instaurando da subito una relazione basata sulla conoscenza reciproca e creando quell’imprinting così importante anche a livello di prevenzione.

 

Inoltre, per quanto programmata e portatrice di gioia, la nascita di un figlio influisce sicuramente sugli equilibri della famiglia e della coppia. Nei primi mesi di vita del bebè, è importante che entrambi i genitori possano sostenersi a vicenda, contribuendo a consolidare i rapporti tra mamma e bambino, papà e bambino, nonché tra i neogenitori. Una presenza più forte del padre, quindi, può contribuire a ridurre l’insorgere di situazioni di stress che potrebbero innescare comportamenti aggressivi e violenti. Protezione dell’Infanzia Svizzera cita la statistica nazionale sulla protezione dell’infanzia 2019, dalla quale si evince quanto “nel loro primo anno di vita i bambini corrono un grande rischio di subire violenza sia a livello piscologico che fisico. È infatti stato accertato che spesso i maltrattamenti vanno di pari passo con la pressione eccessiva vissuta da genitori”.

 

Da sempre ASPI è attiva nell’ambito della PREVENZIONE PRIMARIA della violenza sui bambini: interventi specifici e comprovati che – se messi in atto secondo un modello ecologico capace di coinvolgere tutte le persone che concorrono all’educazione dei minori (bambini compresi) – prevengono il verificarsi di situazioni di maltrattamenti e violenza, con conseguenze sulla vita della vittima nel breve, medio e lungo periodo, e anche di riflesso sulle finanze stesse dello Stato. Costa molto di più infatti, prendere a carico le vittime, che non intervenire prima che i fatti accadano.

 

La Fondazione ritiene quindi che il congedo paternità retribuito di due settimane sia un primo passo da inserire in un quadro più ampio di protezione e buon trattamento dell’infanzia, tenendo in considerazione non solo il presente, ma anche la visione futura della società e dell’economia, in linea tra l’altro con gli obietti di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’ONU . C’è da chiedersi, infatti, nell’ottica di una reale uguaglianza tra uomo e donna, quando si inizierà a parlare di congedo parentale, invece di distinguere tra congedo maternità e paternità.

 

Occorre assolutamente iniziare a guardare alla famiglia come un valore aggiunto, dove costruire i fondamenti di una buona società. Gli equilibri di ruolo e responsabilità equamente distribuiti tra madre e padre, in favore anche di un’economia capace di fare leva sulla forza lavoro e sulle competenze delle donne, è quindi uno dei presupposti per un prosperoso domani”, afferma Myriam Caranzano – direttrice ASPI.

 

Infine, come molti sapranno, non sono pochi i paesi del Nord Europa che hanno adottato modelli di società alternativi, dove le componenti lavoro/economia, famiglia/padre/madre/figli, donna/lavoro sono messi sul piatto della bilancia con lo stesso valore e dove il congedo paternità abbinato al congedo maternità – è uno dei pilastri fondamentali.

 

È ora di investire concretamente sul benessere dei bambini, di quegli uomini e di quelle donne che decidono di avere dei figli, se vogliamo andare verso una società migliore sotto tutti i punti di vista. Non si tratta di certo di concedere due settimane di vacanza in più: al contrario questo è tempo di lavoro… un periodo intenso dove gettare le basi di una nuova famiglia.

 

Sì, quindi alla modifica della legge federale, sì a questo passo a favore della genitorialità!