Quando un comportamento diventa una dipendenza.

Secondo il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali1 si parla di dipendenza da Internet quando, “per una significativa quantità di tempo, le proprie energie psico-fisiche vengono spese per la rete, creando così delle lacune negli altri ambiti della vita quotidiana come quello personale, relazionale, scolastico, lavorativo, familiare ed affettivo, con comportamenti del tutto simili all’assuefazione, al bisogno impellente e alla comparsa di tolleranza, che avvengono anche nell’utilizzo di sostanze”.

 

Per i ragazzi cosa significa essere dipendenti da Internet e quali possono essere i sintomi?

Lo abbiamo chiesto a un gruppo di adolescenti tra gli 11 e i 14 anni e queste sono alcune delle loro risposte, che evidenziano un buon grado di consapevolezza e di informazione rispetto alla problematica. I ragazzi hanno inoltre evidenziato una serie di sintomi psico-fisici, quali tristezza, nervosismo, ansia, insonnia, svenimenti, mal di testa, depressione, pensieri ossessivi, senso di vuoto psicologico.

  • Quando non riesci a staccarti anche se dovresti usare il tempo per studiare.
  • Quando sei così attaccato a internet che quando non puoi usarlo vai in crisi.
  • Quando usi continuamente le tecnologie e se stacchi hai attacchi di ansia o vai in depressione.
  • Persone che pensano solo alla stessa cosa e non sanno staccarsi.
  • Un problema molto diffuso soprattutto tra i giovani, è come una calamita che attira a usare troppo le tecnologie così da causare dipendenza.
  • Una persona che senza internet morirebbe.
  • Una persona che sente il bisogno di attaccarsi alla rete e, se non sei connesso, ne senti la mancanza. Spesso non si riesce a controllarti perché le App sono fatte apposta per invogliarti a essere attivo e fare accesso. Sentendosi attratti da questi strumenti il tempo vola.

 

Quanto siamo assuefatti a questi strumenti tecnologici? Quanto sono permeanti ma soprattutto quando diventano tossici per la nostra salute psicofisica e quella dei nostri figli?

Per parlare di dipendenza da Internet, bisogna far capo alle neuroscienze che hanno evidenziato il ruolo della dopamina, un neurotrasmettitore implicato nel sistema di gratificazione. Le ricerche hanno rilevato che durante le attività online, il meccanismo dopaminergico innesca una risposta compulsiva e automatica. Detta in parole semplici, l’online ci fa sentire bene e per questo ci torniamo, più ci stiamo e più vorremmo starci.

 

C’è un modo per gestire questa relazione causa-effetto? In particolare, i bambini e gli adolescenti riescono a uscire da questo mondo così coinvolgente e attrattivo?

La risposta è molto semplice: NO, non è possibile per un ragazzo autoregolarsi e limitarsi nel tempo trascorso online, compito difficile anche per gli adulti.

Nelle discussioni in classe, nell’ambito del programma di ASPI e-www@i, la maggior parte dei ragazzi sono concordi nel dire che tutto scorre più rapidamente e si perde facilmente la dimensione temporale. Quasi tutti confermano che il mondo del web è molto avvincente, si fatica a staccare e spesso si perde la cognizione del tempo.

  • Faccio molta fatica a staccare, soprattutto dai videogiochi con la PlayStation perché essendo online non si può fermare, quindi staccare a metà è come spezzare un filo. Se giochi a un videogioco magari spezzi la partita e devi uscire e magari non puoi metterla in pausa. È frustrante. Quando giocavo e mia mamma mi spegneva la PlayStation mi arrabbiavo.
  • L’anno scorso staccarmi dai giochi online era difficile perché propongono sempre nuovi stimoli. Chiedevo sempre di poter fare un’altra partita e poi ne facevo molte di più.
  • All’inizio faccio fatica ma una volta che stacco sono felice di ritornare nel mondo reale e sono contenta di non essere caduta nella trappola della dipendenza.

 

Abbiamo chiesto loro se e come si può evitare di abusare della Rete, in particolare se i limiti di tempo definiti dai genitori possono essere dei paletti che facilitano e aiutano la gestione del tempo online.

Interessantissime le loro risposte che denotano, da una parte, il riconoscimento dell’importanza di disporre di una supervisione e un controllo genitoriale e, dall’altra, un senso di frustrazione e di fatica nel doversi attenere e rispettare queste regole. Potremmo riassumere dicendo: sì alle regole, purché condivise e non troppo limitanti!

  • Le regole dei genitori aiutano.
  • All’inizio avevo di questi problemi, ma dopo un po’ mi sono abituato ad avere un limite. 
  • Per gestire il tempo del cellulare, i miei genitori mi mettevano dei blocchi ma non serve a niente perché non eliminano l’impulso di voler giocare ma te lo dimezzano. La voglia non ti passa ma sei solo arrabbiato. Bisognerebbe discuterne e stabilire delle regole con dei tempi LARGHI e magari scalare sempre di più, non di colpo, per non abusare dei social e dei giochi. Le regole servono ma non troppo limitanti.
  • Mia mamma mi dice di mettere il timer ma io non lo faccio, non mi va….
  • No, non aiutano le regole sul tempo.
  • Sì, i limiti sono necessari. Quando si torna a casa da scuola i telefoni dovrebbero essere ritirati.
  • Sì, il tempo definito dai genitori potrebbe aiutare anche se all’inizio ti può sembrare inutile, dopo si capisce che è una cosa giusta (ad esempio se non mi si spegnesse il telefono, non dedicherei il mio tempo per fare altro…i compiti, cucinare…).
  • I genitori possono aiutare anche se certi potrebbero essere troppo severi. Una soluzione potrebbe essere di  trovare uno sport, un hobby che ti diverta e che ti faccia sentire bene. Le regole dei genitori aiutano. All’inizio avevo questi problemi, ma dopo un po’ mi sono abituato ad avere un limite.
  • Le regole dovrebbero andare bene ad entrambi. Io ho un’applicazione che regola il tempo, a me però non piace, ma ad altri potrebbe servire.
Dopo aver raccolto queste interessanti testimonianze, abbiamo interpellato un’esperta in materia di dipendenze, la psicologa Sara Palazzo, responsabile servizi ambulatoriali Sopraceneri per Ingrado (servizi per le Dipendenze) e responsabile gruppo Azzardo Ticino – Prevenzione.

 

Quanto è diffuso il problema della dipendenza dal web?

L’1% della popolazione svizzera è toccata da questo tipo di dipendenza. La percentuale aumenta al 7.4% nel gruppo di giovani tra i 15 e i 19 anni (che hanno iniziato a presentare sintomi di consumo problematico). Negli ultimi anni questa percentuale è raddoppiata se non addirittura triplicata.

 

Quali sono i segnali a cui un adulto di riferimento deve prestare attenzione?

Ci sono molti segnali a cui un genitore deve prestare attenzione. In particolare, la perdita dei contatti sociali, il calo del rendimento scolastico e professionale. Vanno inoltre considerate anche le problematiche di tipo posturale, un’alimentazione sregolata, mal di testa e disturbi alla vista. Nel caso di una dipendenza di tipo comportamentale, come la dipendenza da Internet, vale la pena prestare un’attenzione particolare a disturbi di tipo somatico che potrebbero essere sintomo di un utilizzo problematico.

Allo stesso modo, non vanno sottovalutati i disturbi del sonno. Molti ragazzi, se non addirittura i bambini, manifestano difficoltà ad addormentarsi con conseguenze sulla qualità del sonno. Questo è legato agli effetti stimolanti degli schermi che, se usati prima di addormentarsi, mantengono attivate determinate aree cerebrali difficili da disattivare.

C’è ancora una forte banalizzazione rispetto alle dipendenze comportamentali. Spesso i genitori non riescono a leggere con la dovuta attenzione dei segnali di un comportamento in apparenza gestibile ma già diventato patologico, e il problema non viene riconosciuto per tempo: purtroppo si ha la tendenza a rivolgersi ad un adulto o a dei servizi specializzati quanto ormai la situazione è al limite.

 

Si parla spesso di giovani…e gli adulti?

Questa forma di dipendenza coinvolge tutti, giovani e adulti. Nel caso di persone disoccupate e pensionati il rischio può aumentare poiché, avendo molto tempo a disposizione e vivendo una situazione di fragilità o di cambiamento, possono cadere facilmente in un abuso e in una dipendenza.

 

Come si può gestire e a chi ci si può rivolgere?

È fondamentale che i genitori e i figli affrontino insieme la questione dei limiti di tempo e della gestione dei costi legati all’utilizzo di internet, e che le soluzioni siano condivise da entrambe le parti.  Vanno inoltre rafforzate le competenze mediali nei giovani, stimolando da parte degli adulti di riferimento la discussione e un approccio critico e consapevole dei mezzi digitali. Il genitore deve essere pronto all’ascolto, un ascolto attivo, e alla discussione senza giudizi di sorta e senza punizioni e sanzioni.

 

I servizi a cui un minore o un adulto può rivolgersi sono:

 


[1] http://www.psicologasaramoruzzi.com/mamme-connesse/dsm-5-e-la-dipendenza-da-internet-come-gli-psicologi-la-diagnosticano