Ci piace pensare a Filippo Rossi – ticinese, anno 1990, laureato in Scienze politiche, letteratura e linguistica araba e portoghese a Zurigo – come ad un grande gigante gentile: è alto quasi due metri e madre natura l’ha dotato di gambe lunghissime, con le quali ha percorso migliaia e migliaia di chilometri attraversando paesi, deserti e ghiacciai di tutto il mondo. Filippo, infatti, è una ultra-runner capace di compiere imprese sportive che ai più risultano impossibili: nel 2016 ha attraversato i deserti del Sahara, del Gobi e dell’Atacama, per poi ancora correre in mezzo ai ghiacci dell’Antartide. E da allora non si è più fermato: ad attenderlo, a fine settembre di quest’anno, un’altra impressionante sfida: 270 km per il Grand to Grand Ultra nell’imponente deserto tra Arizona e Utah, negli Stati Uniti.

 

 

Ma Filippo non è solo un giovane sportivo: ha dimostrato di possedere una profondità d’animo fuori dal comune, che lo spingono a cercare costantemente la verità e a comportarsi in maniera etica e giusta in ogni occasione: i più, forse, se lo ricorderanno per essere balzato agli onori della cronaca ticinese (e internazionale) quando salvò la vita ad un atleta cinese – Tommy Chen – a discapito del risultato della sua gara.

 

Da cosa nasce cosa e la sua passione per i viaggi, le lingue, la gente, le culture e l’ascolto hanno dato vita ad un altro sogno: diventare un giornalista e un inviato speciale. Il suo coraggio, l’ha portato a occuparsi di inchieste e reportage che altri si sarebbero rifiutati di fare, perché realizzati direttamente nelle zone più calde e problematiche della Terra. È stato in Palestina e in Israele, Eritrea, Uganda, Venezuela, … sempre e solo per realizzare quella che ha scoperto essere la sua missione: sensibilizzare le persone su argomenti molte volte trascurati. A questo proposito nel 2017 ha aperto il blog “Vox Populorum – Voci da un mondo inascoltato”, una piattaforma dove raccontare le emozioni, le sensazioni e i pensieri di molte persone colpite da situazioni complicate, come guerre, problemi politici, calamità naturali, migrazioni, ecc.

 

 

 

L’idea di coinvolgere Filippo Rossi in ASPI, nasce proprio da queste ultime riflessioni sul suo operato, i suoi valori e le sue aspirazioni: per la Fondazione era importante individuare un ambasciatore che potesse già solo con il suo modo di essere, promuovere la missione di ASPI e i suoi messaggi di prevenzione dei maltrattamenti e degli abusi sessuali sui minori. Filippo è stata la nostra prima scelta e siamo contenti che abbia subito accettato, comprendendo quanto fosse importante per noi averlo nella nostra squadra.

 

“L’infanzia è forse il momento più bello, ma anche quello più delicato della vita di ogni persona. È il momento dove si vivono delle emozioni che rimangono impresse nella mente fino agli ultimi giorni della propria esistenza e che possono essere sia positive ma anche traumatiche. Ecco perché ho scelto di sostenere ASPI: i bambini meritano di essere rispettati, ascoltati, protetti e, soprattutto, di vivere in un mondo privo di violenza. E questo non può che avvenire attraverso un lavoro costante di prevenzione da parte di professionisti del settore che, insieme a tutta la rete di contatto del bambino, si adoperano per una società migliore, dove docenti, genitori e bambini hanno le competenze per poter far fronte a situazioni complicate o superare problemi che magari si trascinano e tramandano di generazione in generazione.

 

Se ho conosciuto, attraverso il mio lavoro, situazioni di disagio nei luoghi più colpiti da guerra, fame e povertà, dove spesso la privazione e la sofferenza sono all’ordine del giorno e, potendo testimoniare con i miei occhi cose discutibili o semplicemente constandone gli effetti, sono tuttavia conscio che i problemi legati alla violenza sui bambini esisono anche nella Svizzera Italiana e, spesso, non vengono affrontati o considerati. Ma le cifre sono indiscutibili: in Svizzera 3 minorenni su 20, al di sotto dei 16 anni hanno ammesso di aver subito almeno un abuso sessuale e una cifra compresa fra il 10% e il 20% dei bambini sono maltratti.

 

Il lavoro di ASPI quindi, che in 25 anni di vita è diventata un riferimento nel settore e nella prevenzione (con più di 50 mila bambini e 15 mila adulti che hanno preso parte alle sue attività in 15 anni), non è solo utile ma anche necessario per dare a ogni bambino la possibilità di vivere un’infanzia serena, come l’ho avuta io d’altronde. E quindi perché non chiunque? Voglio impegnarmi anche per questo, come quando corro, non mollando mai, o sono sulla linea del fronte, sapendo che sono appeso a un filo fra la vita e la morte. E voi?”

 

 

Filippo Rossi interverrà e sarà introdotto ufficialmente come ambasciatore di ASPI ad apertura della conferenza pubblica
di Alberto Pellai del prossimo 12 settembre, che si terrà presso la Sala Aragonite di Manno, alle ore 20:00.