Intervista a Rahel Wartenweiler, direttrice Rete svizzera diritti del Bambino.

Il 20 novembre si celebra la Giornata Internazionale della Convenzione ONU dei Diritti del Fanciullo, ricordandone l’importanza per tutti i bambini e, al contempo, accendendo i riflettori su quanto è stato fatto e soprattutto su quanto ancora ogni nazione deve fare per garantire ai minori i diritti sanciti dalla stessa.

 

Come Paese che ha ratificato la Convenzione nel 1997, anche la Svizzera deve impegnarsi in questo senso: ogni cinque anni la Confederazione è tenuta a presentare un rapporto sullo stato dell’attuazione della Convenzione e, per quanto possa sembrare incredibile, nel 2016 sono state ben 108 le raccomandazioni che il Comitato ONU preposto ha fatto al Consiglio federale.

Le fonti di informazione per il Comitato ONU sono il rapporto ufficiale del governo e i rapporti supplementari della società civile (rapporto delle ONG). Il Comitato ascolta i rappresentanti della società civile e dello Stato direttamente a Ginevra, per poi formulare le raccomandazioni del caso su come attuare meglio i diritti del bambino.

 

In questo contesto, si inserisce la Rete Svizzera dei diritti del bambino, di cui ASPI è membro da luglio 2020, insieme a molte altre ONG svizzere che si occupano di infanzia. Abbiamo quindi intervistato Rahel Wartenweiler, direttrice della Rete Svizzera dei diritti del bambino, a proposito del rapporto delle organizzazioni non governative.

 

L’intervista

1. Cos’è la Rete Svizzera dei diritti del bambino, quando e perché è nata?

La Rete svizzera diritti del bambino è l’unione di oltre 50 organizzazioni non profit svizzere, impegnate nel riconoscimento e nell’applicazione della Convenzione ONU sui diritti del Fanciullo. Tra i compiti principali della rete figura il rapporto all’indirizzo del Comitato ONU sui i diritti del Fanciullo. In questo rapporto vengono verificati regolarmente i progressi e gli ostacoli nella realizzazione dei diritti dei bambini in Svizzera.

Le origini della Rete svizzera diritti del bambino risalgono al 1997, ai tempi della ratificazione della Convenzione. Già allora, un gruppo di organizzazioni si era impegnato per l’adesione della Svizzera. Solo pochi mesi dopo, queste organizzazioni si sono unite in un gruppo d‘interesse per coordinare l’impegno della società civile per la realizzazione dei diritti dei bambini.
Nel 2002, come richiede la Convenzione, il governo svizzero ha inviato per la prima volta una relazione al Comitato delle Nazioni Unite preposto per riferire sull’applicazione della stessa. Sotto l’egida di UNICEF Svizzera, il gruppo d’interesse ha successivamente presentato il primo rapporto “ombra” (ossia alternativo) sull’attuazione della Convenzione ONU sui diritti del Fanciullo, firmata da 46 organizzazioni della società civile. In seguito, si fece strada il desiderio di una rete formale. Nel 2003, la Rete svizzera diritti del bambino si è infine formalmente costituita a Berna e, dal 2009, si è organizzata come associazione.

La rete ha accompagnato, tra l’altro, anche la seconda revisione dello Stato svizzero negli anni 2012-2015.

Sta attualmente preparando il quarto rapporto aggiuntivo (rapporto delle ONG) sull’attuazione della Convenzione ONU in Svizzera.

 

2. Come opera la Rete in relazione ai rapporti ufficiali da presentare al Comitato dell’ONU ogni cinque anni e come si relaziona con il governo?

Aderendo alla Convenzione ONU sui diritti del Fanciullo, questa è diventata parte delle nostre leggi. La Svizzera è pertanto obbligata a rispettare e applicare i diritti dei minori ed è tenuta a riferire ogni cinque-sette anni al Comitato delle Nazioni Unite preposto, che ne verifica lo stato di conformità e i margini di miglioramento. La società civile ha un ruolo importante da svolgere in questo processo: le organizzazioni per i diritti dei bambini hanno la possibilità di presentare rapporti aggiuntivi al Comitato ONU ed esporre le loro opinioni sull’applicazione dei diritti dei bambini. Anche i bambini e i ragazzi possono partecipare al procedimento e rivolgersi al Comitato ONU inviando rapporti o altri contributi. Il Comitato consulta inoltre i rappresentanti della società civile e dello Stato direttamente a Ginevra e formula poi raccomandazioni su come attuare meglio i diritti dei bambini.

L’esame periodico della Svizzera si è svolto due volte finora, l’ultimo per il periodo dal 2012 al 2015. Il prossimo è previsto a breve. La Confederazione avrebbe dovuto presentare il prossimo rapporto degli Stati al Comitato delle Nazioni Unite sui diritti del Fanciullo entro il 15 ottobre 2020. Il Comitato ONU ha redatto in anticipo un elenco di questioni urgenti in merito, sulle quali la Confederazione dovrà prendere posizione. La Rete svizzera diritti del bambino presenterà a questo proposito un rapporto al Comitato ONU nella primavera del 2021, che lo integrerà in modo critico al rapporto ufficiale della Svizzera.

 

3. 108 raccomandazioni sono tante per un paese come la Svizzera… quali sono le più salienti sulle quali occorre lavorare subito?

Gran parte delle oltre 100 raccomandazioni riguarda le singole aree tematiche della Convenzione ONU sui diritti del Fanciullo e forniscono un quadro degli ambiti in cui in Svizzera c’è particolare necessità di azione.

Alcune categorie di bambini sono particolarmente a rischio di vedere violati i loro diritti, perché provengono da condizioni difficili o si trovano in situazioni difficili. Un numero particolarmente elevato di raccomandazioni riguarda anche i diritti di bambini richiedenti l’asilo e di bambini rifugiati, ad esempio quando si tratta di rendere le procedure di richiesta d’asilo a misura di bambino e di formare specialisti a questo scopo.

Altre raccomandazioni riguardano il diritto alla partecipazione sociale dei bambini con disabilità, ai diritti dei bambini che vivono in una famiglia affidataria o in un istituto, ai diritti dei bambini che vengono a contatto con il sistema giuridico e al diritto alla protezione dalla violenza e dagli abusi sessuali.

Per attuare queste raccomandazioni, sono necessarie delle condizioni quadro. Una parte delle raccomandazioni riguardano pertanto le condizioni di base per l’attuazione della Convenzione ONU sui diritti del Fanciullo, come la richiesta di elaborare una strategia e una politica nazionali in materia di diritti dei bambini, considerando che nel sistema federale svizzero, molte delle questioni della Convenzione ONU rientrano nelle competenze dei Cantoni. Questo significa che non tutti i bambini godono delle stesse opportunità, il che comporta una disuguaglianza. Dipende infatti dal cantone di residenza in che misura i bambini e i giovani possano esercitare i loro diritti. Inoltre, un’applicazione coordinata della Convenzione ONU richiede una buona raccolta di dati. Dati che sono importanti per monitorare i progressi e le sfide nell’attuazione dei diritti dei bambini e per ottenere informazioni su quali categorie di bambini necessitano di una protezione particolare o di una particolare promozione dei loro diritti. Né la Confederazione, né i Cantoni raccolgono dati di qualità sufficiente su molti dei temi della Convenzione. Inoltre, la Svizzera dovrebbe creare degli sportelli e degli uffici a cui rivolgersi per dei reclami, ai quali i bambini si possano rivolgere nel caso in cui i loro diritti fossero violati.

 

4. Nel vostro sito si legge anche che si vuole dare la parola ai bambini e ai giovani. Ci spiega in che modo questo viene fatto e perché è importante?

I bambini e i giovani hanno il diritto di essere ascoltati in tutte le questioni che li riguardano. Ciò deve valere anche per quanto riguarda l’applicazione dei loro diritti. Le organizzazioni della società civile sono quindi chiamate a sostenere i bambini e i ragazzi nel presentare le loro richieste e i loro argomenti nell’ambito della stesura del rapporto alla Convenzione ONU sui diritti del Fanciullo, in quanto esperte ed esperti delle questioni che li riguardano direttamente.

All’interno di un progetto congiunto con le organizzazioni membro, la Rete svizzera diritti del bambino sta pertanto coinvolgendo per la prima volta in Svizzera bambini e giovani nell’ambito della stesura del rapporto alla Convenzione ONU.

Circa 400 bambini e giovani si sono confrontati con il tema dei loro diritti in vari momenti partecipativi e workshop. La rete sta ora elaborando i risultati in un rapporto che sarà presentato al Comitato delle Nazioni Unite sui diritti del Fanciullo a Ginevra nella primavera del 2021. Inoltre, un gruppo di bambini che ha contribuito alla stesura di questo rapporto, incontrerà direttamente il Comitato ONU, che potrà quindi farsi, in modo più diretto, un’idea delle condizioni in cui crescono bambini e giovani in Svizzera e conoscere le loro preoccupazioni. Ad esempio, un progetto preliminare della Rete ha dimostrato che il bullismo e le discriminazioni rappresentano spesso delle preoccupazioni, ma anche le questioni ambientali sono considerate importanti da molti bambini e giovani.

 

5. In generale, come reputa la qualità di vita e il benessere dei bambini in Svizzera? Dove si posiziona il nostro Paese?

Negli studi comparativi internazionali che confrontano i vari paesi, la Svizzera è di solito al primo posto in termini di tenore di vita e benessere dei bambini. In questo senso, il Children’s World Report 2020 ha per esempio recentemente dimostrato, che una grande maggioranza dei bambini in Svizzera è generalmente soddisfatta della propria situazione e ha poche preoccupazioni. In termini concreti, i bambini in Svizzera, ad esempio, danno una valutazione molto buona del loro benessere generale, la soddisfazione è elevata anche per quanto riguarda i beni materiali e anche a livello di relazioni e amicizie. Tuttavia, nonostante questi alti livelli di soddisfazione, non possiamo dimenticare tutti quei bambini che hanno un vissuto differente. Ci deve rendere attenti il fatto che i bambini in Svizzera indichino la scuola come il luogo in cui si sentono meno sicuri, rispetto al loro ambiente di vita o alla loro casa. Lo studio indica inoltre che anche il bullismo è percepito come un problema diffuso. In Svizzera vi è anche un alto tasso di suicidi tra i giovani nel confronto internazionale.

 

Per saperne di più, visita il sito della Rete svizzera diritti del bambino.

 


 

In occasione della Giornata sui diritti del fanciullo del 20 novembre, la Rete svizzera diritti del bambino fa il punto sull’attuazione delle raccomandazioni rivolte alla Svizzera dal Comitato ONU. Al centro dell’attenzione ci sono le strutture e le basi che la Svizzera ha per attuare la Convenzione: la rete richiede un approccio globale nell’attuazione dei diritti dei bambini in Svizzera, soprattutto in relazione ai diritti dei bambini. misure di controllo delle pandemie.

Per consultare la revisione 2020 dell’attuazione delle osservazioni conclusive del Comitato sui diritti dell’infanzia, clicca qui.