Care lettrici, cari lettori,

 

Questa settimana ASPI vi propone un approfondimento in merito all’uso delle tecnologie – in particolare delle reti sociali – che, in questo difficile e delicato momento di epidemia, sono uno strumento di uso comune e quotidiano per la maggior parte della popolazione – adulti e ragazzi.

I media digitali rappresentano uno strumento utile e funzionale per mantenere i contatti, in una situazione in cui questi sono limitati al massimo e in cui la voglia di abbracciare i propri cari non può essere espressa fisicamente. Le tecnologie ci vengono in soccorso, dandoci la possibilità di trasmettere calore, emozione, forza, positività e anche di condividere la tristezza e a volte lo sconcerto.

Ci vengono chiaramente in contro anche per gli aspetti più pratici, come le lezioni online dei figli o per la gestione del lavoro da casa: non era mai successo, in nessuna epoca precedente, che fosse possibile coordinare dalla propria scrivania, riunioni o lezioni in videochiamata con più persone, avere accesso ai database aziendali e restare tutto sommato connessi e operativi senza spostarsi di un solo metro.

In questo contesto di uso aumentato della tecnologia, è ancora più importante che tutti, in primis noi adulti, ci si sforzi per usare “bene” e consapevolmente questi strumenti.

 

Ecco quindi una serie di CONSIGLI PRATICI che ci sentiamo di dispensare, traendo spunto anche da documenti ufficiali emanati da organi competenti, come l’OMS:

 

Netiquette

Consiglio 1:

Non scriviamo e non commentiamo post offensivi, non condividiamoli perché così facendo generiamo paura, odio e discriminazione (e non da ultimo un senso di malessere generalizzato).

 

Consiglio 2:

Quando pubblichiamo una fotografia – magari scattata senza consenso del soggetto ritratto – uno scritto o un commento negativo di terzi, questo può suscitare in chi legge reazioni e emozioni forti, capaci di innescare facilmente una “reazione a catena”, con insulti, giudizi e discriminazioni. Il consiglio quindi è di evitare di farlo.

 

Consiglio 3:

Ricordiamoci sempre che noi adulti siamo un modello per i giovani, gli stessi che spesso vengono criticati per l’uso scorretto e smoderato che fanno degli strumenti digitali. Cerchiamo noi adulti per primi, di limitarne l’utilizzo considerando che parte del nostro tempo lavorativo lo trascorriamo davanti ad uno schermo. Evitiamo quindi di trascorrere troppo altro tempo prezioso sui social network o altri siti vari.

 

Purtroppo, la facilità di cadere in errore è dietro l’angolo: in un momento di inondazione emotiva, in cui è la pancia a parlare, la testa a volte non trova spazio. In questi momenti, è importante FERMARCI, RESPIRARE E PRENDERE TEMPO PRIMA DI AGIRE, magari decidendo di non commentare, condividere, cliccare. Soprattutto di fronte a comportamenti non rispettosi delle regole di protezione contro il Covid19, il rischio di cadere nel giudizio è altissimo: si è preoccupati, a tratti impauriti dai rischi che stiamo correndo, ma fare la caccia alle streghe, mettere alla gogna e stigmatizzare pubblicamente chi non adotta determinati comportamenti, non ci aiuta.

Il consiglio di ASPI è quello di fare un enorme sforzo di empatia e cercare di capire l’altro, aiutarlo a comprendere, a riflettere e ad agire nel modo giusto, ovviamente sempre rispettando le regole di protezione ampiamente diffuse dalle nostre autorità.

 

Media e informazione

Consiglio 1:

Le notizie che circolano sui media e sulle reti sociali sono preoccupanti e possiamo essere sconvolti nel leggerle. Le nostre emozioni vengono recepite chiaramente dai bambini anche se non ne parliamo e non le esprimiamo. È dunque importante mettere delle parole sulle nostre emozioni e reazioni, spiegando ai bambini – senza spaventarli e con parole semplici – ciò che stiamo vivendo.
Per fare un esempio: “Ho letto una notizia che mi ha molto preoccupato, perché questo virus è un birbone e fa dei grandi pasticci”. In seguito, rassicurare il bambino sul fatto che gli adulti stanno cercando delle soluzioni per sconfiggere il coronavirus, ma ci vorrà del tempo e tutti dovremo avere pazienza.

 

Consiglio 2:

Se vi rendete conto che l’informazione mediatica vi suscita emozioni troppo forti, cercate di proteggervi e autoregolarvi, limitando la fruizione allo stretto indispensabile (per esempio seguendo solo le conferenze stampa delle autorità per restare informati).

 

Consiglio 3:

Evitate di informarvi sulle reti sociali, poiché il rischio di incappare in fake news è altissimo. In questo momento stanno circolando molti articoli pseudo-scientifici che non hanno nessun valore medico e/o scientifico. Utilizzate fonti ufficiali rappresentati dalle autorità e da altri organi competenti.

Alcuni esempi:
Ufficio della Sanità Pubblica (nuovo Coronavirus)
Pagina ufficiale del DSS sul Coronavirus
Unisanté – Centre Universitaire de médecine générale et santé publique
OMS – Corona Virus
Unicef – Coronavirus

 

Homeworking

Consiglio 1:

Se dovete lavorare da casa, spiegate ai vostri figli che durante la giornata avrete bisogno di momenti di concentrazione e loro potranno esservi di enorme aiuto nell’adempiere a questo compito.

 

Consiglio 2:

Definite insieme ai vostri cari una routine quotidiana con una griglia oraria, compiti e regole per ogni membro della famiglia. Per facilitare il vostro lavoro, pensate ad attività da proporre: disegni, schede, letture. Concedete anche del tempo per guardare la TV o il cellulare – anche durante gli orari di homeworking – limitati e concordati insieme. È importante tenere conto dei bisogni e dei ritmi di ogni membro della famiglia e trovare, nel limite del possibile, delle soluzioni condivise.

 

 

Tenete presente che i bambini al di sotto dei 5 anni riescono a focalizzare la loro attenzione su un’attività per massimo 15 minuti, per cui abbiate pazienza se venite ripetutamente interrotti. Prima dei 6/7 anni, infatti, i bambini non sono in grado di comprendere il “reale significato” del lavoro da casa. È del tutto normale che reclamino costantemente la vostra attenzione. Nella loro rappresentazione i genitori – durante il fine settimana o nei giorni liberi – sono sempre stati a loro “disposizione”, coinvolti in attività di gioco. Per loro è estremamente difficile comprendere questa situazione eccezionale, per cui è importante ripetere – con tutta calma – quali sono i vostri compiti e le vostre responsabilità, rassicurandoli che prima terminerete, prima potrete fare un’attività insieme. Provate a coinvolgerli in piccoli compiti come ad es. fare i buchi ai fogli, stampare delle pagine e scrivere e/o rappresentare graficamente delle frasi inerenti a ciò che state facendo. Non sentitevi in colpa se non potete concedere loro una piena attenzione, perché questo genera nei bambini insicurezza. Definite dei momenti di gioco che riuscite a ritagliarvi e che potete concedere durante la giornata/serata.

 

 

Infine, ricordatevi che questo momento è difficile per tutti, grandi e piccoli. Se è vero che noi adulti ci sentiamo a momenti smarriti e inadeguati, provate a chiedervi quanto sia complicato per i bambini che ancora meno di noi comprendono cosa stia succedendo e perché all’improvviso il loro mondo e le loro abitudini siano state stravolte. I bambini assorbono le emozioni e gli stati d’animo delle persone, percepiscono quindi anche il nostro disorientamento e le nostre preoccupazioni. Siate pertanto comprensivi e benevoli nei loro e nei vostri confronti, e cercate di vivere nel modo più sereno possibile!

 

 

Lara Zgraggen – Responsabile del programma e-www@i!